MISEenFABLE

ALESSANDRA BALDERESCHI

Articolo di
Lucia Lamonarca

A tavola con Alessandra Baldereschi

Immaginate di avere in casa oggetti di design che s’ispirano alle fiabe più classiche oppure a storie e racconti immaginari.

Ecco perché, seppur già tanto scritto nelle sue interviste e biografie, quando si entra nel magico mondo di Alessandra Baldereschi, nota designer italiana, viene proprio voglia di iniziare così: c’era una volta…
Alessandra è una persona fantastica e prima di entrare con in connessione con il suo stile fiabesco e a volte surreale, non si può non rimanere attratti dalla sua dolcezza e semplicità.
lo si intuisce appena si mette piede nel suo atelier creativo a Milano, uno spazio poetico, colorato il giusto e al tempo stesso minimalista.
Ci sono andata in un giorno triste e uggioso, con Kazuyo Komoda, designer di fama internazionale e gancio per questo bell’incontro. “Conoscendoti, ti innamorerai dello spirito creativo di Alessandra”, mi dice Kazuyo. Aveva ragione.

Per noi di
Mise en Fable che leghiamo il mondo della narrazione a quello della tavola non potevamo sentirci più a nostro agio. “La fiaba può ancora essere, a qualunque età, ciò che stimola a produrre e che sviluppa il senso del fantastico a partire dai materiali della propria quotidianità”, ci spiega Alessandra.
Via libera alla fantasia e alla creatività, dunque! Il design s’ispira al mondo delle favole e inizia a prendersi gioco di sé. Dagli accessori per la casa a quelli per la tavola, i progetti di Alessandra si ispirano sempre ad un racconto, reale o fantastico, creando forme ed atmosfere romantiche, quasi fiabesche. Già perché il linguaggio simbolico delle fiabe classiche con le quali è cresciuta connettono oggetti e mondi fantastici in un costante dialogo con la natura, fonte di sua grande ispirazione.
Appassionata d’arte, ha studiato industrial design presso la Domus Academy di Milano. Ha organizzato numerose esposizioni a livello internazionale: Triennale di Milano, Biennale di Saint Etienne, Inside Design Amsterdam, Seoul Design Festival e Moss Gallery, New York.Firma collezioni per brand quali Ichendorf, Thun (responsabile creativa), Skitch, IVV – Industria Vetraria Valdarneseuna solo per citarne alcuni.
Il suo design romantico e poetico riesce a intercettare i gusti più diversi, senza mai ripetersi ma rendendosi riconoscibile per la forte identità personale che distingue le sue proposte.

Come nasce il processo creativo di questa artista? Tutto parte in un piccolo angolino del suo studio, un foglio bianco, una scatola di matite colorate e la sua mano che inizia a disegnare. Stupisce l’essenzialità dello spazio come se la creatività avesse bisogno del nulla per emergere.
Ed ecco arrivare conigli, lumache e civette in miniatura per popolare collezioni di bicchieri e brocche in vetro, il suo materiale preferito: «Versiamo l’acqua e torniamo con leggerezza alla nostra infanzia», spiega sorridendo.
Segue la Talpa, un divertente vassoio in ceramica completo di coppetta e cupola a forma appunto di Talpa per portare a tavola formaggi, affettati o dolci.
Fanno capolino Giona, l’acquario, il nome del profeta dell’Antico Testamento che rimase tre giorni e tre notti nel ventre di una balena. Jumba, il portafrutta, è il più famoso elefante africano catturato in Etiopia nel 1869, rimasto a lungo nello zoo di Londra. Era talmente grande il cui nome è diventato sinonimo di big.
Poi, improvvisamente, approdiamo su Islands, collezione di vassoi e piatti in vetro dalle forme irregolari dove le onde del mare formano una texture sulla superficie, rifrangendo la luce come fa l’acqua in movimento.
“Le isole sono spesso la meta delle nostre fantasie, catturano l’immaginazione perché rappresentano uno spazio inatteso, ignoto e da esplorare: ci sono isole di solitudine, isole magiche popolate da esseri fiabeschi o isole in cui i naufraghi trovano un terreno solido.
In questo caso sono “isole felici” dove c’è una collina che accoglie una casa”, racconta Alessandra.

Ma come sarà la sua tavola di tutti i giorni? “In tavola porto allegria. Mi piace mixare oggetti originali, qualche sperimentazione dei miei lavori , elementi curiosi, insoliti e colorati. Ma amo anche i servizi della nonna, quelli della mia infanzia che custodisco gelosamente e che amo mettere a tavola per le occasioni speciali”.

Insomma lo avrete già capito anche voi. Uscite dallo studio aveva smesso di piovere e ci sembrava di camminare in un bosco fiorito popolato di fate, personaggi buffi e animaletti divertenti.

Once upon a Time, a proposito, è anche il nome di una delle sue collezioni!
https://www.alessandrabaldereschi.com/


ALESSANDRA BALDERESCHI

http://www.alessandrabaldereschi.com

Articolo di
Lucia Lamonarca

Immaginate di avere in casa oggetti di design che s’ispirano alle fiabe più classiche oppure a storie e racconti immaginari.

Ecco perché, seppur già tanto scritto nelle sue interviste e biografie, quando si entra nel magico mondo di Alessandra Baldereschi, nota designer italiana, viene proprio voglia di iniziare così: c’era una volta…
Alessandra è una persona fantastica e prima di entrare con in connessione con il suo stile fiabesco e a volte surreale, non si può non rimanere attratti dalla sua dolcezza e semplicità.
lo si intuisce appena si mette piede nel suo atelier creativo a Milano, uno spazio poetico, colorato il giusto e al tempo stesso minimalista.
Ci sono andata in un giorno triste e uggioso, con Kazuyo Komoda, designer di fama internazionale e gancio per questo bell’incontro. “Conoscendoti, ti innamorerai dello spirito creativo di Alessandra”, mi dice Kazuyo. Aveva ragione.

Per noi di
Mise en Fable che leghiamo il mondo della narrazione a quello della tavola non potevamo sentirci più a nostro agio. “La fiaba può ancora essere, a qualunque età, ciò che stimola a produrre e che sviluppa il senso del fantastico a partire dai materiali della propria quotidianità”, ci spiega Alessandra.
Via libera alla fantasia e alla creatività, dunque! Il design s’ispira al mondo delle favole e inizia a prendersi gioco di sé. Dagli accessori per la casa a quelli per la tavola, i progetti di Alessandra si ispirano sempre ad un racconto, reale o fantastico, creando forme ed atmosfere romantiche, quasi fiabesche. Già perché il linguaggio simbolico delle fiabe classiche con le quali è cresciuta connettono oggetti e mondi fantastici in un costante dialogo con la natura, fonte di sua grande ispirazione.
Appassionata d’arte, ha studiato industrial design presso la Domus Academy di Milano. Ha organizzato numerose esposizioni a livello internazionale: Triennale di Milano, Biennale di Saint Etienne, Inside Design Amsterdam, Seoul Design Festival e Moss Gallery, New York.Firma collezioni per brand quali Ichendorf, Thun (responsabile creativa), Skitch, IVV – Industria Vetraria Valdarneseuna solo per citarne alcuni.
Il suo design romantico e poetico riesce a intercettare i gusti più diversi, senza mai ripetersi ma rendendosi riconoscibile per la forte identità personale che distingue le sue proposte.

Come nasce il processo creativo di questa artista? Tutto parte in un piccolo angolino del suo studio, un foglio bianco, una scatola di matite colorate e la sua mano che inizia a disegnare. Stupisce l’essenzialità dello spazio come se la creatività avesse bisogno del nulla per emergere.
Ed ecco arrivare conigli, lumache e civette in miniatura per popolare collezioni di bicchieri e brocche in vetro, il suo materiale preferito: «Versiamo l’acqua e torniamo con leggerezza alla nostra infanzia», spiega sorridendo.
Segue la Talpa, un divertente vassoio in ceramica completo di coppetta e cupola a forma appunto di Talpa per portare a tavola formaggi, affettati o dolci.
Fanno capolino Giona, l’acquario, il nome del profeta dell’Antico Testamento che rimase tre giorni e tre notti nel ventre di una balena. Jumba, il portafrutta, è il più famoso elefante africano catturato in Etiopia nel 1869, rimasto a lungo nello zoo di Londra. Era talmente grande il cui nome è diventato sinonimo di big.
Poi, improvvisamente, approdiamo su Islands, collezione di vassoi e piatti in vetro dalle forme irregolari dove le onde del mare formano una texture sulla superficie, rifrangendo la luce come fa l’acqua in movimento.
“Le isole sono spesso la meta delle nostre fantasie, catturano l’immaginazione perché rappresentano uno spazio inatteso, ignoto e da esplorare: ci sono isole di solitudine, isole magiche popolate da esseri fiabeschi o isole in cui i naufraghi trovano un terreno solido.
In questo caso sono “isole felici” dove c’è una collina che accoglie una casa”, racconta Alessandra.

Ma come sarà la sua tavola di tutti i giorni? “In tavola porto allegria. Mi piace mixare oggetti originali, qualche sperimentazione dei miei lavori , elementi curiosi, insoliti e colorati. Ma amo anche i servizi della nonna, quelli della mia infanzia che custodisco gelosamente e che amo mettere a tavola per le occasioni speciali”.

Insomma lo avrete già capito anche voi. Uscite dallo studio aveva smesso di piovere e ci sembrava di camminare in un bosco fiorito popolato di fate, personaggi buffi e animaletti divertenti.

Once upon a Time, a proposito, è anche il nome di una delle sue collezioni!
https://www.alessandrabaldereschi.com/